Il ritorno del dio Portuno (racconto di Manlio Brunetti)

Quando gli fu confermato ebbe paura di crederci...: un desiderio coltivato allo spasimo, quando si senta sul punto d'avverarsi, può far venire il sospetto di una beffa. Eppure avrebbe dovuto sapere che, lì ov'egli era stato da gran tempo trasferito, l'impossibile era più facile che non il miracolo. dio PortunoSi era illuso di poter dimenticare tutto il passato per sopravvivere nella nuova situazione che una circostanza imprevedibile gli aveva imposto. Ma, benchè avesse capito che non ci sarebbe stato ritorno, la curiosità di sapere quale fosse, in quello che era stato il suo mondo, il nuovo e il diverso a cui qualcuno aveva creduto ch'egli mai avrebbe potuto adattarsi, aveva preso a torturarlo. Ecco che ora, invece, gli veniva concesso di tornare... Ad essere alquanto oggettivo gli toccava di ammettere che tutto sommato aveva avuto fortuna nella comune disgrazia. Esonerato dalle sue funzioni e declassato dal suo ruolo, era stato relegato in una specie di estraterritorialità dove era sempre mezzastagione, nè caldo nè freddo, nè salute nè malattia, nè gioia nè dolore...: una totale monotonia, ma si era accorto che, alla fin fine, ci si abitua anche alla noia, che per ciò stesso, non riesce più troppo noiosa... Non a tutti era toccata ugual sorte, nemmeno a quelli del suo stesso comparto, ossia a coloro che nel vecchio  regime avevano governato suolo, sottosuolo, atmosfera (boschi, fiumi, mare, venti, piogge e siccità); figurarsi a quelli delegati agli affari umani: lì di esorbitante e di iniquità se ne erano potute combinare a bizzeffe, e così la nuova dirigenza era stata assai più severa.
Ma adesso era inutile e ingeneroso rimestare quel sommario processo, la generale condanna,il ventaglio delle pene. C'era stato per lui un indulto, e se lo sarebbe goduto, senza pensare al dopo, ch'è un pensiero stato sempre capace di guastare ogni festa. Così, senza intervallo di sorta, in un batter d'occhio, come usa in quell'altra dimensione, si trovò dove aveva tanto desiderato di ritornare. Lo riconobbe subito, perchè certe cose possono essere modificate, spostate alquanto ad esempio, ma non stravolte come sarebbe far nuotare uccelli nell'acqua o volare pesci nell'aria - cosa nient'affatto impossibile. Non ebbe altro da fare, poichè non c'era alcuno in quel punto e, anche se ci fosse stato, non avrebbe potuto accorgersene, come non si è mai accorto nessuno di quello che accade dentro le viscere dell'aria, dell'acqua e della terra quando poi scoppia un tornado, un tifone, un terremoto, un'eruzione vulcanica; e quello che ora accadeva era silenzioso e impercettibile come un alitare, il colorirsi di un fiore, lo sbocciare d'una gemma, il formarsi della rugiada...,o come era stato l'infondersi dello Spirito di Dio nel caos primordiale o del soffio vitale nella creta di Adamo. Non ebbe altro da fare che, vinto il primo brivido, immergersi tutto quanto, trasfondersi nel mezzo leggero trasparente e fluido, e andarsene, fra le brume mattutine, lambendo margini erbosi e scivolando su greti ghiaiosi, verso un lontano, azzurro, più vasto orizzonte...

Siccome tutti hanno capito, fin dalle prime battute, di chi e di che cosa stiamo parlando, non resta che porgere qualche dilucidazione di contorno, prima di far attraversare al nostro protagonista un paesaggio e una storia di tanto tempo fa e ascoltarne il resoconto. Nessuno si adonti, di grazia, che gli si proponga una favola (anche la cronaca di una morte annunciata, una giornata di Ivan Denisovic, il diario di Anna Frank, la conquista delle Gallie, l'età di Costantino il grande, la società feudale, la notte della repubblica...sono "favole"!); nella quale, per giunta, si fa agire e parlare addirittura un...fiume, il Cesano, cosa mai azzardata nemmeno nei vecchi Esopo e Fedro coi loro meno smaliziati lettori, che potevano tollerare, al massimo, lupi, agnelli, asini, cani, corvi e pavoni, sotto i quali strati superiori del regno animale mai avrebbero osato discendere. Ma potrebbe essere chiaro che, una volta pagato lo scotto e capita la funzione dell'intermediario, non hanno più senso certi limiti. Però il lettore che, qualunque libro di narrativa cominci a leggere, vorrebbe sapere subito o molto presto come vada a finire la storia, abbia pazienza se gli apro una abbondante parentesi: per giustificare la scelta bizzarra che ho fatto: appunto di raccontare, tra serio e faceto, come si conviene in un testo che non è un trattato scientifico di geografia della storia o di storia della geografia, un pò di storia antica del fiume Cesano, facendola raccontare dal fiume medesimo. Si armi di pazienza e finga di tornare per qualche minuto sui...banchi di scuola.